Festa del beato Carlo 2020

Mercoledì 21 ottobre la nostra delegazione ha celebrato solennemente la festività liturgica del beato Carlo. Seppure nella limitatezza delle possibilità, si è cercato di programmare ugualmente un momento formativo anche per illustrare la vita e le virtù del Beato a nuovi amici che non ne avevano mai sentito parlare. Al termine dell’incontro tenuto dagli assistenti locali della delegazione, la celebrazione solenne della Santa Messa con la recita delle litanie al Beato Carlo e la benedizione con la reliquia. Alcuni associati hanno potuto poi fermarsi per cenare insieme, contribuendo ulteriormente a rendere questa giornata speciale.

Messa votiva del Beato Carlo a Scandiano

Promossa dal Comune di Scandiano, dalla locale Pro Loco e dall’associazione “Scandiano e Identità”, lo scorso 22 giugno nella località sulle prime colline reggiane si è celebrata una commemorazione dei soldati dell’Impero Austro-Ungarico tenuti prigionieri nella Rocca del paese durante la Grande Guerra, di cui quest’anno ricorre il primo centenario della fine (1918-2018).

Il pomeriggio è stato intenso e partecipato da un cospicuo pubblico, presente anche una delegazione di Schützen provenienti dal Trentino Alto Adige: dopo una visita alla Rocca dei Boiardo dove furono alloggiati i soldati austriaci, don Claudio Crescimanno ha celebrato la Santa Messa votiva del beato Carlo I d’Asburgo, ultimo imperatore d’Austria, ultimo sovrano di Boemia e Ungheria, ultimo monarca della Casa d’Asburgo e d’Austria Este, alla prestigiosa presenza del nipote del beato Carlo, l’Arciduca Martino d’Asburgo e d’Austria Este (figlio del secondogenito di Carlo e Zita, Roberto).

In serata, all’interno del Salone d’Onore della Rocca di Scandiano, Elena Bianchini Braglia, autrice del libro 28 giugno 1914. Ferdinando e Sofia. La morte dell’Europa, ha intervistato l’arciduca Martino d’Asburgo sulle drammatiche sorti della Casa Imperiale durante e dopo il primo conflitto mondiale. Curioso il contrasto generazionale tra l’imperatore Francesco Giuseppe e il suo erede Carlo: il primo si rifiutò sempre di usare il telefono, parlando alla bisogna per interposta persona, il secondo aveva quattro linee telefoniche all’interno del suo studio privato; il primo non salì mai su un aereo, il secondo lo usava abitualmente, malgrado i notevoli rischi dei voli dell’epoca.