scheda biografica

Milit%E4risch%20-%20Kaiser%20Karl%20als%20Thronfolger%20und%20HeeresgruppenkommandantCarlo Francesco Giuseppe di Asburgo Lorena, nacque nel castello di Persenburg (Austria) il 17 agosto 1887, dall’arciduca Ottone d’Austria e dall’arciduchessa Maria Giuseppina di Sassonia; ed era pronipote dell’imperatore Francesco Giuseppe I (1830-1916).
La buona e devota madre, influenzò fortemente l’animo del giovane principe; ebbe una formazione umanistica sotto la guida di eccellenti precettori; poi proseguì i suoi studi presso il famoso “Schottengymnasium” dei Benedettini di Vienna.
Seguendo le tradizioni della dinastia, finiti gli studi liceali, Carlo divenne ufficiale di cavalleria; uomo di viva intelligenza e dotato di una grande memoria, ricevette una formazione universitaria e l’istruzione di Stato Maggiore; fu dislocato in varie guarnigioni della Baviera e della Galizia e poi a Vienna dimostrando sempre senso tattico, equilibrio strategico ma soprattutto grande attenzione e rispetto per la vita dei suoi uomini e anche di quelli della parte opposta.
Sposò il 21 ottobre 1911 la principessa Zita di Borbone Parma, della quale è in corso il processo di Beatificazione, dal matrimonio  nacquero cinque figli maschi e tre figlie. Per la serie di disgrazie familiari che colpì la dinastia, Carlo,  pronipote dell’ Imperatore Francesco Giuseppe venne a trovarsi  inaspettatamente erede al trono imperiale.
Il 21 novembre 1916 morì l’imperatore Francesco Giuseppe I, nel pieno della  Prima Guerra Mondiale, Carlo, divenne imperatore d’Austria (Carlo I) e re d’Ungheria (Carlo IV).
I suoi principi religiosi e morali lo portarono, da imperatore, a credere in una radicale riforma dello stato e a porre l’obiettivo della pace al centro di tutti i suoi sforzi. Dotato di un fortissimo senso di responsabilità sociale, conduceva anche una vita ricca di fede che ne tratteggiava l’ascetica. Divenuto sovrano, soppresse le manifestazioni sfarzose della vita di corte, abolì i supplementi per le cariche supreme della corte imperiale-reale, introducendo uno stile di vita decisamente sobrio.
Promosse tutta una serie di iniziative sociali a favore dei suoi popoli, specie i più poveri. In poco tempo sollevò dall’incarico il feldmaresciallo Conrad, comandante dello stato maggiore, perché insensibile al tema della pace e disumano in quanto aveva usato indiscriminatamente le corti marziali, alienando i cechi dalla Casa d’Austria. Con coraggio soppresse il duello, disposizione che lo rese impopolare in alcuni ambienti militari tradizionalisti.
Carlo benché fornito di ottima preparazione militare, fu l’unico fra i belligeranti ad accogliere il magistero sulla pace papa Benedetto XV che dichiarò la guerra una inutile strage; sin dall’inizio del suo governo, in un famoso discorso, dichiarò esplicitamente che la Pace era il suo principale obiettivo.
Intraprese varie iniziative di pacificazione con le altre potenze, senza riuscire a prevalere però nella cerchia dei generali e statisti tedeschi; non andarono in porto nemmeno due tentativi di pace separata sostenuti anche dalla diplomazia vaticana.
Così da parte degli alleati, da parte tedesca e da parte di austriaci pangermanici, venne sempre più isolato e fu imbastita una enorme propaganda contro il giovane sovrano, il quale con calunnie venne accusato di essere un debole, dipendente dalla volontà della moglie ‘italiana’.
Non riuscì, anche se la progettò con lungimiranza, a realizzare una riforma costituzionale dello Stato in forma confederale soprattutto per l’opposizione dei nazionalisti austro-pangermanisti e dei circoli governativi ungheresi, capeggiati dal conte Tisza, i quali si rifiutarono in modo assoluto, di dare delle concessioni agli oltre otto milioni di non magiari, presenti in Ungheria.
Attorno a sé non trovò nessun uomo politico, disposto ad appoggiare i suoi piani di riforma, anzi il ministro degli esteri conte Czernin, ligio alla prepotenza germanica, entrò ben presto in piena divergenza con il suo sovrano. L’unico consigliere politico di cui dispose, il conte Polzer-Hoditz, divenne anch’esso bersaglio e vittima di una ben orchestrata campagna denigratoria. Il 4 novembre 1918, a seguito del crollo militare sul fronte italiano, si firmò l’armistizio con l’Italia, come conseguenza la monarchia danubiana decadde e in Austria, il 12 novembre, venne proclamata la Repubblica. Carlo si ritirò, per evitare spargimenti di sangue e una guerra civile,  ma senza abdicare come sovrano. Fino al 24 marzo 1919 visse con la famiglia nel castello di Eckartsan presso Vienna, da dove, saputo di un complotto bolscevico per uccidere lui e tutta la famiglia, dovette trasferirsi, sotto protezione britannica, in Svizzera; ritenendosi fedele al giuramento fatto all’incoronazione di Re Apostolico dell’Ungheria, fece due tentativi di riprendere il potere in questo Stato, ambedue nel 1921.
Ma essi fallirono per l’ostilità di alcune potenze della Piccola Intesa, nonostante le simpatie verso la sua persona mostrate dalla Francia e dalla Romania; inoltre il reggente d’Ungheria Nicola von Horthy, si mise contro il suo re legittimo, nonostante il giuramento che lo legava alla corona.
I tentativi di riprendere il trono, furono espletati per volontà di Carlo, senza usare la forza militare, risparmiando così un alto costo di vite umane; tale scelta gli costò la corona; così i suoi detrattori, rifiutandolo, sprofondarono l’Ungheria in quella serie di catastrofi che la storia ci testimonia.
Fu dunque fatto prigioniero dai fedelissimi del reggente Horthy e consegnato agli inglesi, i quali lo condussero insieme alla moglie Zita ed ai figli a Funchal nell’isola portoghese di Madeira. Senza risorse economiche, la famiglia dovette vivere in uno stato precario: Lasciato l’albergo che all’inizio li ospitava, si sistemarono in una villa isolata messa a disposizione di un signore del luogo denominata ‘ Quinta do Monte’, che non poteva essere riscaldata.

Nella primavera del 1922, per il freddo e l’umidità della casa dove abitava in gravissime ristrettezze economiche, l’imperatore Carlo fu colpito da una forte influenza che si trasformò in broncopolmonite e lo portò alla morte il primo aprile di quell’anno.  Nel corso della sua ultima notte su questa terra, alla moglie che lo assisteva senza mai abbandonarlo, fece questa bellissima confidenza che sintetizza la sua vita e anche la sua santità: “Tutta la mia aspirazione è sempre stata quella di conoscere il più chiaramente possibile, in  ogni cosa, la volontà di Dio, e di eseguirla nella maniera più perfetta”.
Il suo cuore non superò la malattia e morì santamente il 1° aprile 1922; venne sepolto nel cimitero locale e dopo la beatificazione  nel santuario di ‘Nossa Senhora do Monte’ dove si trova tutt’ora.
Sia nella vita privata che in quella pubblica, Carlo aveva cercato in modo sempre più perfetto di vivere la via del Vangelo, vivendo in modo straordinario le virtù cristiane. unito da devozione filiale alla persona del Sommo Pontefice, dimostrò una ubbidienza filiale al suo magistero.
Ultimo sovrano della duplice monarchia austro-ungarica, ne dovette subire il crollo, pur essendo tanto superiore ai suoi predecessori, per religiosità, dirittura morale, visione sociale e riforma dello Stato in senso confederale.
Anatole France, premio Nobel per la Letteratura nel 1921, non certo un cattolico e dichiaratamente anticlericale, scrisse di lui: “L’imperatore Carlo è l’unico uomo decente, emerso durante la guerra, ad un posto direttivo; ma non lo si ascoltò. Egli ha desiderato sin­ceramente la pace, e perciò viene disprezzato da tutto il mondo. Si è trascurata una splendida occasione”.

Lo scrittore inglese Herbert Vivian, che lo aveva conosciuto scrisse: “Carlo era un grande capo, un principe della pace, che voleva risparmiare al mondo un anno di guerra; un uomo di Stato con idee salvatrici per i complicati problemi dei suoi paesi; un monarca che amava i popoli, un uomo senza paura, d’animo nobile, di prestigio, un santo, dalla cui tomba si diffonde benedizione”.

 

La Radio Vaticana, il 3 novembre 1949 annunziava l’apertura del processo di beatificazione, gli atti furono consegnati alla Congregazione dei Riti, attualmente delle Cause dei Santi, il 22 maggio 1954. Nel  maggio 2003 furono riconosciute le ‘virtù eroiche’ e quindi il titolo di venerabile.
Carlo d’ Austria venne beatificato da S. Papa Giovanni Paolo II  il 3 ottobre 2004. Il papa polacco manifestò sempre grande devozione verso il Beato Carlo e rivelò che il nome di battesimo Carol gli venne dato dalla famiglia in ossequio e devozione all’ Imperatore. 
A 82 anni dalla morte, la Chiesa dunque gli rese giustizia elevandolo alla gloria degli altari, indicandolo al popolo di Dio come esempio  di vero cristiano e a tutto il mondo come esempio di onestà e rettitudine unite al rispetto della vita e della dignità umana.

  1. Papa Giovanni Paolo II. Durante la cerimonia di beatificazione disse: Il compito decisivo del cristiano consiste nel cercare in tutto la volontà di Dio, riconoscerla e seguirla. L’uomo di Stato e cristiano Carlo d’Austria si pose quotidianamente questa sfida. Ai suoi occhi la guerra appariva come “qualcosa di orribile”. Nei tumulti della Prima Guerra Mondiale cercò di promuovere l’iniziativa di pace del mio predecessore Benedetto XV. Fin dall’inizio, l’Imperatore Carlo concepì la sua carica come servizio santo ai suoi popoli. La sua principale preoccupazione era di seguire la vocazione del cristiano alla santità anche nella sua azione politica. Per questo, il suo pensiero andava all’assistenza sociale. Sia un esempio per noi tutti, soprattutto per quelli che oggi  hanno  in  Europa la responsabilità politica!

 

Il capodanno del 1919 a guerra finita e perduta Carlo fece cantare il Te Deum di ringraziamento nella Cattedrale di Vienna, alla domanda del perché volesse ringraziare il Signore nell’anno della sconfitta quando tutto era perduto, rispose: «…l’importante è che i popoli abbiano ritrovato la pace… per questo bisognava ringraziare Dio”