La riunione del mese si è tenuta mercoledì 1 maggio 2019 alle ore 21 nella sede di via Boiardo 14 – Ferrara.
Dopo la recita di una corona del santo Rosario davanti alla statua della Madonna l’argomento della serata è stato la “lettura” della icona del beato Carlo realizzata dalle suore benedettine. Abbiamo poi concluso con una breve istruzione dell’assistente spirituale don Davide Benini sul significato teologico delle icone.
La dovozione a Maria S.S. in San Giovanni Paolo II
Percorriamo insieme come in una grande galleria fotografica, le parole e
l’insegnamento di Giovanni Paolo II sulla Madonna. Poche ore dopo essere stato
eletto Papa (17 ottobre 1978), quando si rivolse a tutto il mondo, per
enunciare le grandi linee del suo pontificato, egli affermò: “In
quest’ora,[…] non possiamo fare a meno di rivolgere con filiale devozione la
nostra mente alla Vergine Maria, […] ripetendo le dolci parole “totus tuus”
(tutto tuo) che […] iscrivemmo nel nostro cuore e nel nostro stemma, al momento
della nostra Ordinazione episcopale”. Cosa dire di un uomo che, nel
raggiungere il posto più elevato e augusto di questa Terra, proclama di essere “tutto
di Nostra Signora”? La risposta è semplice e senza eccessi: Giovanni Paolo
II mostrava così di essere un uomo segnato dalla presenza materna della Vergine
santa. Perché chi ha devozione per la Madonna porta nella sua anima il segno
della predestinazione.
Consacrazione a Gesù Cristo per le Mani di
Maria-. Nel corso
del suo lungo pontificato, nelle più diverse situazioni, egli aveva i propri
occhi rivolti costantemente alla Madonna. Ha approfittato delle occasioni
solenni o intime, delle visite a grandi santuari e piccole chiese, di forum
internazionali o di incontri privati per rinnovare sempre la sua “consacrazione
a Cristo per le mani di Maria” (Redemptoris Mater 48). Egli ha scelto
questo mezzo per far vedere al mondo il proprio amore alla Vergine Maria e il
suo desiderio di vivere fedelmente questo compromesso di fedeltà alla sua
devozione mariana. E così ha fatto fino alla fine della sua vita. Da dove ha
tratto e dove ha trovato i fondamenti per questa radicata devozione a Nostra
Signora? Senza dubbio nella Tradizione Cattolica e negli esempi di vita di
numerosi santi. Tuttavia, la mariologia di Giovanni Paolo II è stata
beneficamente influenzata, soprattutto, da San Luigi Maria Grignion de Montfort
(1673 – 1763) che affermava: “Tutta la nostra perfezione consiste
nell’essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo. Perciò la più perfetta
di tutte le devozioni è incontestabilmente quella che ci conforma, unisce e
consacra più perfettamente a Gesù Cristo”. Ora, essendo Maria la creatura
più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, tra tutte le devozioni, quella che
consacra e conforma di più un’anima a Nostro Signore è la devozione a Maria,
sua santa Madre, e che più un’anima sarà consacrata a lei, più sarà consacrata
a Gesù Cristo ( Trattato, 120 – in Rosarium Virginis Mariae 15).
“Il Rosario: la mia preghiera prediletta!”-. “Il Rosario è la mia preghiera
prediletta. Preghiera meravigliosa! Meravigliosa nella sua semplicità e
profondità”. Queste parole di Giovanni Paolo II, pronunciate il 20 ottobre
1978, una settimana dopo essere stato eletto Papa, aiutano a mostrare
atteggiamenti di una spiritualità che egli viveva e che prese corpo durante il
suo pontificato. In quel periodo, egli approfondò e maturò la sua devozione a
Nostra Signora e ne faceva sempre mostra: recitava costantemente il rosario.
Spesso lo si vedeva recitare devotamente il rosario nei momenti di pausa, nei
suoi spostamenti nel papamobile, negli incontri più lunghi con i giovani,
mentre essi suonavano per lui, e nelle ore di raccoglimento davanti al
Santissimo Sacramento o davanti ad una statua di Nostra Signora. Le sue
numerose e importanti attività non sono mai state un ostacolo che gli hanno
impedito di recitare il rosario. È diventato un fatto noto che nelle udienze
che concedeva o nelle visite che faceva, il dono che più faceva era sempre un
rosario, anche se la persona non era cattolica o non avesse alcuna Fede. Egli è
arrivato persino ad affermare che “mai come nel Rosario il cammino di Cristo
e quello di Maria appaiono uniti così profondamente. Maria vive soltanto in
Cristo e in funzione di Cristo”.
Contemplare
con Maria il volto di Cristo-. Non causa stupore che Giovanni Paolo II abbia
desiderato dedicare al Santo Rosario l’anno che è preceduto al Giubileo di
Argento del suo Pontificato. Questo è stato un suo desiderio per incentivare “la
contemplazione del volto di Cristo in compagnia e alla scuola della sua Madre
Santissima. Recitare il Rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria
il volto di Cristo” (RVM – 3). Così, dopo 25 anni alla guida della Chiesa,
il già anziano Karol Wojtyla confermava ancora una volta il “Totus Tuus”
della sua vita. “Meditare col Rosario significa consegnare i nostri affanni
ai cuori misericordiosi di Cristo e della Madre sua. A distanza di venticinque
anni, ripensando alle prove che non sono mancate nemmeno nell’esercizio del
ministero petrino, mi sento di ribadire, quasi come un caldo invito rivolto a
tutti perché ne facciano personale esperienza: sì, davvero il Rosario « batte
il ritmo della vita umana », per armonizzarla col ritmo della vita divina,
nella gioiosa comunione della Santa Trinità, destino e anelito della nostra
esistenza”.
Anno del Rosario, anno per il Rosario-. Giovanni Paolo II scrisse nella
Lettera Apostolica “Rosarium Virignis Mariae”: “sull’onda della riflessione
offerta nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, nella quale ho invitato
il Popolo di Dio, dopo l’esperienza giubilare, a « ripartire da Cristo », ho
sentito il bisogno di sviluppare una riflessione sul Rosario, quasi a
coronamento mariano della stessa Lettera apostolica, per esortare alla
contemplazione del volto di Cristo in compagnia e alla scuola della sua Madre
Santissima. Recitare il Rosario, infatti, non è altro che contemplare con Maria
il volto di Cristo. A dare maggiore rilevanza a questo invito, […], desidero
che questa preghiera nel corso dell’anno venga particolarmente proposta e
valorizzata nelle varie comunità cristiane. Proclamo, pertanto, l’anno che va
dall’ottobre di quest’anno all’ottobre del 2003 Anno del Rosario”.
Costante Apostolato attraverso Maria-. Papa Giovanni Paolo II volle sempre
lasciare chiaro dinanzi a tutti la propria devozione a Nostra Signora. Questa
devozione era una sua forma di camminare nella santificazione, senza dubbio, ma
i suoi effetti avevano come corollario il fare l’apostolato, attrarre più anime
per Cristo. Egli sapeva che gli esempi influenzano, entusiasmano e trascinano.
Giovanni Paolo II trovò nell’esercizio di questa devozione un modo per
dimostrare, allo stesso tempo, il suo apprezzamento per la Vergine Maria e per
praticare una catechesi mariana, raggiungendo così un maggior numero di anime
che potessero aprire i loro cuori a Gesù Cristo. Tutti sapevano che dopo la sua
elezione come Papa – come faceva già in Polonia – non ha mai abbandonato la
pratica della devozione dei primi sabati, secondo la richiesta di Nostra Signora
ai pastorelli di Fatima. Egli volle dimostrare la sua devozione a Nostra
Signora quando attribuì all’intercessione di Maria il fatto di essere
sopravvissuto all’attentato che lo colpì in Piazza San Pietro il 13 maggio
1981, una data particolarmente associata alle apparizioni della Vergine di
Fatima.
Alle udienze pubbliche-. Egli fece uso delle udienze
pubbliche dei mercoledì, sempre molto frequentate, per diffondere le glorie di
Maria e per propagare la devozione a Lei. Tra gli anni 1995 e 1997, in 58 di queste
udienze, il Sommo Pontefice ebbe Nostra Signora come argomento costante. Con
una didattica semplice e diretta, capace di raggiungere qualsiasi livello di
cultura, egli concedette a tutti coloro che ebbero conoscenza di queste omelie,
un’incursione attraverso diversi e svariati temi che costituiscono la
mariologia. In una di esse, Giovanni Paolo parlò della “Devozione mariana e
il culto delle immagini”. Fu allora, un’occasione per affermare: “Ma
quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da
donna…(Galati 4,4). Il culto mariano si fonda sull’ammirevole decisione divina
di legare sempre, come ricorda l’apostolo Paolo, l’identità umana del figlio di
Dio ad una donna, Maria di Nazaret. Il mistero della maternità divina e della
cooperazione di Maria nell’opera redentrice suscita nei credenti di tutti i
tempi un’atteggiamento di lode, sia verso il Salvatore sia verso Colei che Lo
generò nel tempo, cooperando così nella redenzione. Un ulteriore motivo di
riconosciuto amore verso la Beata Vergine è offerto dalla sua maternità
universale. Nell’averLa scelta come Madre dell’umanità intera, il Padre celeste
volle rivelare la dimensione, per così dire materna, della Sua tenerezza divina
e della Sua sollecitudine per gli uomini di tutte le epoche”. In
un’altra di queste udienze dei mercoledì, Giovanni Paolo II ha parlato de “La
preghiera di Maria”. Il Papa concludeva così la sua riflessione:”Avendo
ricevuto da Cristo la salvezza e la grazia, la Vergine viene chiamata a
svolgere un ruolo rilevante nella redenzione dell’umanità. Con la devozione
mariana i cristiani riconoscono il valore della presenza di Maria nel cammino
verso la salvezza, rivolgendosi a Lei per ottenere ogni genere di grazie. Essi
sanno soprattutto che possono contare sulla sua intercessione materna, per
ricevere dal Signore [tutto] quanto è necessario allo sviluppo della vita
divina e all’ottenimento della salvezza eterna. Come attestano i numerosi
titoli attribuiti alla Vergine e i numerosi pellegrinaggi ininterrotti ai
santuari mariani, la fiducia dei fedeli nella Madre di Gesù li spinge a
invocarLa nei bisogni giornalieri. Essi sono certi che il suo cuore materno non
può rimanere insensibile alle miserie materiali e spirituali dei suoi figli”.
I misteri di Luce-. Se vogliamo completare un po’ di più il profilo mariano dell’anima di Giovanni Paolo II, sarebbe bello ricordare che egli scrisse l’enciclica “Redemptoris Mater” ed anche la lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae”. Questi scritti comprendono un insieme di pensieri, meditazioni e affermazioni di un Papa che aveva già camminato abbastanza sulla strada di Maria. Essi portano riflessioni di un cuore che si innamorò della Santa Madre di Dio, la Vergine Maria. Come corollario di queste meditazioni sul Rosario, il Papa vi aggiunse un nuovo insieme di cinque misteri. Essi formano la quarta parte del Rosario e ricevettero il titolo di “Misteri Luminosi” o “Misteri della Luce”.“Quando recita il Rosario, la comunità cristiana si sintonizza col ricordo e con lo sguardo di Maria”. (RVM) I cinque misteri aggiunti al Santo Rosario faranno sì che il fedele abbia un tempo di contatto maggiore con Nostra Signora. E ciò è fondamentale per il cattolico, perché “percorrere con Maria le scene del Rosario è come andare a ‘scuola’ di Maria per leggere per Cristo, per penetrare nei suoi segreti, per capire il suo messaggio.”
Giovanni
Paolo II e Fatima-. Probabilmente
la devozione del Papa Giovanni Paolo II a Nostra Signora di Fatima venne dal
periodo di infanzia e della gioventù, perché in Polonia, fin da presto, la
storia e il messaggio della Signora della Cova da Iria furono abbastanza
diffusi.I vescovi polacchi che parteciparono al Concilio Vaticano II si
trovavano tra coloro che più si entusiasmarono quando si trattò della
realizzazione della consacrazione del Mondo all’Immacolato Cuore di Maria,
secondo la richiesta di Nostra Signora a Fatima. Tra questi vescovi si trovava
l’ancora giovane Don Wojtyla, che prese parte attivamente alla difesa e alla
divulgazione di questa Consacrazione.Così egli riassunse il suo
pensiero su questo tema: “Consacrare il mondo al Cuore Immacolato di Maria
significa avvicinarci, tramite l’intercessione della Madre, alla stessa
Sorgente della Vita, scaturita sul Golgota. Questa Sorgente zampilla
ininterrottamente con la redenzione e con la grazia.” (Omelia del Papa
Giovanni Paolo II, Fatima, 13 maggio 1982 – in Rivista Arautos do Evangelho,
Febbraio/2011, nº 110). L’allora Don Karol Wojtyla partecipò alle
quattro sessioni del II Concilio del Vaticano. Era presente quando il Papa
Paolo VI annunciò l’invio della rosa d’oro al Santuario di Fatima (21 novembre
1964) e quando il Cardinale Cerejeira, nell’ultima sessione del Concilio,
invitò tutti i vescovi del mondo ad andare al Santuario nel cinquantenario
delle apparizioni (1967).Quando sorvolava il territorio del Portogallo
-25 gennaio 1979-, Giovanni Paolo II si ricordava di Fatima nel suo messaggio
al presidente: “con cordiali saluti, il nostro pensiero va al diletto popolo
portoghese, auspicando loro e implorando Maria Santissima, oggetto di così
grande culto, specialmente a Fatima, la continua assistenza e i favori di Dio”.Il 13 maggio 1981 si festeggiavano i 64 anni della prima apparizione di
Nostra Signora nella Cova da Iria. Si festeggiava anche il cinquantenario della
Consacrazione di Portogallo all’Immacolato Cuore di Maria, e l’Episcopato
Portoghese aveva deciso che in questo giorno sarebbe stata rinnovata questa
consacrazione. Per l’occasione Giovanni Paolo II aveva inviato un telegramma in
cui affermava di considerarsi presente alla cerimonia.Il Cardinale D.
Antonio Ribeiro lesse il testo della consacrazione e la preghiera per le
intenzioni del Papa. Lesse anche un messaggio in cui ringraziava per il
telegramma del Papa e, in nome di tutti, chiedeva a Nostra Signora “le
migliori grazie e benedizioni di Dio” per il Papa. Proprio quel
pomeriggio arrivò la notizia dell’attentato contro il Papa. Da quel momento,
nel Santuario di Fatima le autorità ecclesiastiche e i pellegrini si unirono in
preghiera per il Papa. “Non potevamo lasciar morire il Santo Padre. Grazie
alla protezione di Nostra Signora, Consolatrice degli Afflitti, Salute degli
Infermi, Madre della Santa Speranza, il Papa non è morto”, diceva il Vescovo di
Leiria, un anno dopo. Possiamo affermare che da quel giorno, il
pontificato del Papa Giovanni Paolo II è trascorso nel ritmo della “Signora
del Messaggio”, come egli soleva dire. Alcuni momenti sono significativi e
mostrano questa sintonia con il messaggio di Fatima: – 13 maggio 1982
primo pellegrinaggio del Papa al Santuario di Fatima; la consacrazione del
Mondo all’Immacolato Cuore di Maria, in Piazza San Pietro, alla presenza della
statua di Nostra Signora di Fátima, della piccola Cappella delle Apparizioni il
25 marzo 1984; la seconda apparizione, nel decimo anniversario dell’attentato,
il 13 maggio 1991; il terzo pellegrinaggio con la beatificazione dei pastorelli
Francesco e Giacinta, a Fatima, e l’annuncio della terza parte del segreto del
1917, il 13 maggio dell’anno giubilare del 2000 e la sua rivelazione completa
il 20 giugno dello stesso anno. Ed infine la nuova visita della Statua di
Nostra Signora di Fatima in Piazza San Pietro, l’8 ottobre 2000, quando il Papa
Giovanni Paolo II consacrò a Nostra Signora il nuovo millennio, alla presenza
dei vescovi di tutto il mondo. In allocuzioni e altri documenti ufficiali del
suo pontificato, Giovanni Paolo II si riferisce a Nostra Signora di Fatima in
110 occasioni diverse. Il Papa Giovanni Paolo II ha avuto un’ultima attenzione
verso Fatima: ha inviato un messaggio a Suor Lucia che, il 13 febbraio 2005
l’ha potuto leggere poche ore prima di morire. Meno di due mesi dopo, il 2
aprile, quando è morto Giovanni Paolo II, in Piazza San Pietro si sentiva
costantemente “Ave Fatima”. Cantando, il popolo associava
definitivamente Giovanni Paolo II a Nostra Signora di Fatima.
a cura diEmanuela Graziosi
INTENZIONI
PREGHIERA PER IL MESE DI MAGGIO
* Per il Romano Pontefice.
* Per i Cristiani perseguitati e martiri
in odium fidei, con particolare menzione
a quelli dello Sri Lanka.
* Per la Chiesa in Africa secondo le intenzioni del Papa .
* Per tutte le mamme, perché come Maria, discepola esemplare, ascoltino e
custodiscano nel cuore tutte le parole di Cristo.
* Per la canonizzazione del Beato Carlo.
Preghiere
per la Canonizzazione del Beato Carlo d’Austria
Si raccomanda in tutte le riunioni
di preghiera o personalmente di recitare l’orazione per la glorificazione del
Beato Carlo e la preghiera a Maria Signora di tutti i popoli
Preghiere per la Canonizzazione del
Beato Carlo d’Austria
Dio Padre
Onnipotente, attraverso il Beato Carlo hai dato alla tua Chiesa un esempio
completo di vita cristiana.
La sua vita e tutte le sue scelte e azioni, soprattutto in campo politico
e familiare, sono state sempre fondate sul Vangelo e sull’insegnamento
della dottrina cristiana. Il suo amore per Gesù Eucarestia, cresciuto in tempi
di grande incertezza, lo ha portato ad unirsi al sacrificio di Cristo
attraverso l’offerta della propria vita, per la salvezza dei suoi popoli, nel
costante e fiducioso abbandono alla Beata Vergine Maria.
Il Beato Carlo interceda per tutti i bisognosi quando la malattia, lo
scoraggiamento, lo sconforto, la solitudine, l’amarezza e le difficoltà della
vita mettono a dura prova. Aiutaci, o Padre, a vedere e seguire il suo esempio.
Per la sua intercessione ascolta le nostre suppliche ed accogli le nostre
preghiere (enunciare la propria intenzione).
Concedi i segni necessari affinché ne sia riconosciuta la santità, a gloria del
Tuo nome e per il bene della Santa Chiesa. ( Pater, Ave, Gloria )
Amen.
PREGHIERA A MARIA SIGNORA DI TUTTI I POPOLI
TESTO
DELLA PREGHIERA APPROVATA DALLA CONGREGAZIONE PER LA FEDE (2006)
SIGNORE GESÙ CRISTO,
FIGLIO DEL PADRE,
MANDA ORA IL TUO SPIRITO SULLA TERRA.
FA ABITARE LO SPIRITO SANTO
NEI CUORI DI TUTTI I POPOLI,
AFFINCHÉ SIANO PRESERVATI
DALLA CORRUZIONE, DALLE CALAMITÀ
E DALLA GUERRA.
CHE LA
SIGNORA DI TUTTI I POPOLI,
LA BEATA VERGINE MARIA,
SIA LA NOSTRA AVVOCATA. AMEN.
Imprimatur: 6/01/2009
M
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