a cura della Delegazione Nazionale in collaborazione con la Delegazione Roma
Proseguono gli appuntamenti in occasione dell’Anno Centenario della nascita al cielo del Beato Carlo.
Il prossimo 21 ottobre, alle ore 18.00, presso il Pontificio Istituto Teutonico si terrà una Solenne Celebrazione presieduta da S.E.R. il Sig. Cardinale Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica.
Nel giorno della sua memoria, il 21 ottobre, la delegazione di Roma della Gebetsliga ricorda il Beato Carlo d’Asburgo nel centenario della sua nascita al cielo
Riportiamo un bellissimo articolo a firma di Andrea Gagliarducci per (ACI stampa – link qui), che sottolinea le virtù cristiane e la grande attualità del nostro Beato.
Il Beato Carlo d’Asburgo nacque al cielo alle 12.23 del 1° aprile 1922, dopo aver pregato intensamente insieme a sua moglie Zita, a soli 35 anni, con a fianco il figlioletto Ottone perché l’imperatore desiderava che vedesse “come moriva un cattolico”. Morì con il Santissimo Sacramento nella stanza, invocando il nome di Gesù e rimanendo in adorazione, prendendo la comunione, facendo convertire con il suo esempio il medico miscredente che lo curava. Era a Madera, in esilio. E succedeva 100 anni fa.
Per il centenario della sua nascita al cielo, la delegazione di Roma della Gebestliga, l’Unione di Preghiera per la Pace e la Fratellanza tra i popoli nata su ispirazione del Beato Carlo, organizza una solenne celebrazione in sua memoria nella Chiesa di Santa Maria dell’Anima il 21 ottobre alle 18. Celebrante sarà il Cardinale Dominique Mamberti, prefetto della Segnatura Apostolica vaticana.
Ma perché la memoria del beato Carlo è il 21 ottobre? Perché Giovanni Paolo II, quando lo beatificò, non scelse la data della sua nascita al cielo, ma quello del matrimonio con Zita di Borbone-Parma. Tradendo, in fondo, il grande progetto di avere i due ultimi imperatori cattolici beati insieme, festeggiati nello stesso giorno e proclamati patroni della famiglia in Europa.
Per Zita, la causa di Beatificazione è ancora in corso. Carlo d’Asburgo è invece beato dal 3 ottobre 2004. Fu un reale, e il 21 ottobre è anche la data dell’ultimo tentativo di ripristinare l’impero dopo la Prima Guerra Mondiale. Ma, in realtà, la vita del Beato Carlo era prima di tutto la vita di un fedele alla Chiesa cattolica, tutta centrata sull’Eucarestia.
Lo sapeva madre Vincenzia, una mistica che dal Venerdì Santo alla domenica di Pasqua soffriva in estasi la passione di Cristo, e che era in contatto l’arciduchessa Maria Giuseppina, madre di Carlo e con padre Norberto Geggerle, il suo insegnante di religione. A loro, disse che si sarebbe dovuto pregare per il bambino, che all’epoca aveva 9 anni, perché sarebbe diventato un giorno imperatore ma avrebbe sofferto molto.
Nacque così, nel 1895, la Unione di Preghiera, che ottiene poi nel 1925 il riconoscimento ecclesiastico.
Che Carlo sarebbe diventato imperatore era una profezia ardua da avverarsi, quasi impossibile, perché Carlo era il quarto in linea di successione. Eppure, non era stata solo Madre Vincenzia a predire il futuro, ma anche Pio X, che era nato in terre austro-ungariche solo dopo divenute italiane. Il Papa disse a Zita, che era andata in udienza prima del matrimonio, e poi lo reiterò nella benedizione apostolica che fece giungere insieme al suo legato inviato a celebrare il matrimonio. La bolla fu letta in sacrestia, e non pubblicamente, perché al matrimonio erano presenti anche coloro che avrebbero dovuto precedere Carlo in linea di successione.
E infatti Carlo giunge al trono dell’Austria Ungheria nel 1916 a seguito di una catena di lutti, nel mezzo di una guerra che lui non aveva voluto. Il mondo internazionale lo emarginò perché era in unità di intenti con Benedetto XV nel chiedere la pace e nell’appellarsi a paci separate.
Durante la guerra, non autorizzò il passaggio nel suo territorio di un treno ferrato pieno di bolscevichi, che aveva come destinazione l’Italia. Era lo stesso tipo di treno che aveva portato Lenin in Russia.
Nel prendere quella decisione, diede in pratica addio alla vittoria nella Guerra. La rivoluzione comunista, infatti, avrebbe potuto spaccare il fronte Sud del conflitto. Il Beato Carlo, tuttavia, non voleva permettere degli anti-cattolici ad entrare nel territorio che dava ospitalità al Papa.
Se Gugliemo di Prussia gli aveva chiesto di autorizzare anche il passaggio del treno di Lenin – e si sentì rispondere “Guai se il comunismo dovesse trionfare. Sarebbe il danno più grave all’intelligenza e alla fede cristiana” – gli sforzi di Carlo si rivolsero anche al dialogo con le altre nazioni in guerra, inviando come intermediario suo cognato Sisto di Borbone in quelle che sarebbero state chiamate “Missione Sisto”.
Non c’era solo il pericolo bolscevico a bloccare gli sforzi di pace. Carlo aveva anche un nemico nella massoneria, che non aveva mai permessa che una sola loggia massonica aprisse nei suoi Stati.
Stefan Zweig lo definiva come una “delle più grandi personalità di tutti i tempi”, e affermava che “se si fossero seguite le sue idee, l’Europa non avrebbe conosciuto in seguito le più aspre dittature”. Per Benedetto XV, Carlo d’Austria era un santo. Pacelli, che viaggiò con lui nel 1920, ringraziò Dio per aver conosciuto una “così grande anima”.
Nel novembre 1918, crollò l’Impero Austro-Ungarico, l’11 novembre Carlo abdicò al trono. Il 24 marzo 1919 andò in Svizzera.
Gli fu offerta la restituzione della corona, a patto che avesse cominciato ad aprire alla massoneria. “Come principe cattolico, non ho alcuna risposta da darvi”.
Nel 1921, fece due tentativi di riprendere la corona di Ungheria, cui non aveva mai rinunciato. Fu fatto però prigioniero dalle truppe di Horty, reggente di Ungheria, il 24 ottobre di quell’anno.
Consegnato agli inglesi, fu portato insieme a Zita in nave all’isola di Madera, in mezzo all’Atlantico, dopo un lungo viaggio per nave passato da Danubio, Mar Nero e Mediterraneo.
Fu raggiunto dai suoi figli, il più grande dei quali aveva solo nove anni. E nella casa che gli fu data ottenne di avere una cappellina con Gesù Eucaristico, dove si raccoglieva in preghiera e dove maturò l’idea di offrire la via per bene dei suoi popoli.
Il 9 marzo 1922, Carlo prese un raffreddore, che divenne presto polmonite. Il Beato Carlo fu gravissimo, in agonia fino all’1 aprile, quando rese la sua anima a Dio.
Un secolo dopo, il Beato Carlo continua a ispirare con i suoi appelli alla pace, e il suo pensiero di fratellanza tra i popoli può essere un esempio nei tempi difficili che stiamo vivendo, quando l’Europa è squassata da una guerra proprio nel suo centro.
10 cose che il tuo angelo custode fa per te a tua insaputa
Il tuo angelo custode è con te 24 ore al giorno, 365 giorni l’anno, per tutta la vita. Ecco 10 cose che il tuo angelo custode fa per te a tua insaputa!
Di: ChurchPOP Data di pubblicazione: 24 Luglio 2020
Un angelo custode è come una guardia del corpo spirituale, un custode che Dio ci ha assegnato nel momento in cui siamo venuti al mondo. Senza saperlo, questi angeli fanno molte cose per noi giorno per giorno. In un articolo scritto per Catholic Exchange, Stephen Beale descrive molte cose che queste creature spirituali fanno per noi. Qui ne raccogliamo 10.
10 cose che il tuo angelo custode fa per te a tua insaputa
1. Allontana i demoni
A volte immaginiamo il processo decisionale morale come un dibattito tra un angelo cattivo, che bisbiglia in un orecchio, e un angelo buono, che parla saggiamente nell’altro. C’è una verità in questo. San Tommaso d’Aquino, nella Summa Theologica, spiega che uno dei ruoli degli angeli custodi è proprio combattere i demoni.
2. Ti protegge dai danni
Secondo San Tommaso, gli angeli custodi ci proteggono anche dai danni spirituali e fisici. Questa convinzione ha le sue radici nelle Scritture. Ad esempio, il Salmo 91: 11-12 afferma: “Poiché comanda i suoi angeli riguardo a te, per proteggerti dovunque tu vada. Con le loro mani ti supporteranno, per non battere il piede contro una pietra”.
3. Ti rafforza contro la tentazione
Gli angeli custodi non solo prevengono il male, ma ci rafforzano anche contro le tentazioni affinché impariamo ad affrontarle da soli.
4. Ti dà coraggio
San Bernardo spiega che con angeli come questi al nostro fianco non dobbiamo avere paura. Dobbiamo avere il coraggio di vivere coraggiosamente la nostra fede, affrontando qualunque cosa la vita ci metta davanti.
5. Interviene per salvarti dai guai
Gli angeli custodi possono salvarci quando siamo nei guai. Questo è evidente nel capitolo 12 degli Atti quando un angelo aiuta Pietro ad uscire dalla prigione.
6. Si prende cura di te dalla nascita
I Padri della Chiesa si sono chiesti se gli angeli custodi fossero assegnati alla nascita o al momento del battesimo. San Girolamo sostiene decisamente la prima affermazione. La sua idea è contenuta in Matteo 18:10, un passaggio biblico di fondamentale importanza a supporto dell’esistenza degli angeli custodi. In quel punto Gesù dice: “Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.
La ragione per cui otteniamo gli angeli custodi alla nascita è che il loro aiuto è associato alla nostra natura di esseri razionali, piuttosto che appartenere all’ordine della grazia, sempre secondo San Tommaso.
7. Ti protegge, anche se non sei un credente
Questa conclusione deriva da quanto sopra. Aquino lo chiarisce spiegando che Dio non lascia solo nessuno di noi, compresi i peccatori. Come ha affermato il teologo dogmatico Ludwig Ott: “Secondo l’insegnamento generale dei teologi, tuttavia, non solo ogni battezzato, ma ogni essere umano, inclusi i non credenti, ha il suo angelo custode speciale dalla sua nascita”.
8. Porta i tuoi bisogni a Dio
Akin afferma che gli angeli custodi agiscono come intercessori: portano le nostre richieste direttamente a Dio e questo lo capiamo sempre grazie alle parole di Gesù in Matteo 18:10.
9. Comunica con te
Rafforzano la nostra intelligenza e volontà. Così ci guidano alla verità e al bene. Come scrive Aquino, “È inoltre evidente che, per quanto riguarda le cose da fare, la conoscenza e l’affetto umani possono variare e fallire in molti modi; e quindi era necessario che gli angeli fossero deputati alla tutela degli uomini, al fine di regolarli e portarli al bene”.
10. Ti guida verso la salvezza
L’obiettivo finale degli angeli custodi è di aiutare la nostra salvezza, secondo Aquino. “Gli angeli sono mandati per servire coloro che riceveranno l’eredità della salvezza, se consideriamo l’effetto finale della loro tutela, che è la realizzazione di quell’eredità” ha spiegato San Tommaso.
Intenzioni di preghiera per il mese di settembre:
Per il Santo Padre il Papa, che ci invita spesso ad accompagnarlo con la preghiera.
Per gli ammalati e i sofferenti nel corpo e nello spirito, affinché gli Angeli custodi li confortino e li accompagnino.
Per tutti i battezzati e in particolare i fanciulli, affinché gli Angeli custodi li proteggano e li custodiscano.
Per la pace sulla terra e in tutti i cuori.
Per la canonizzazione del Beato Carlo.
AVVISI
Si ricorda il convegno di Borgo Valsugana
Preghiere per la Canonizzazione del Beato Carlo d’Austria
Dio Padre Onnipotente, attraverso il Beato Carlo hai dato alla tua Chiesa un esempio completo di vita cristiana. La sua vita e tutte le sue scelte e azioni, soprattutto in campo politico e famigliare, sono state sempre fondate sul Vangelo e sull’insegnamento della dottrina cristiana. Il suo amore per Gesù Eucarestia, cresciuto in tempi di grande incertezza, lo ha portato ad unirsi al sacrificio di Cristo attraverso l’offerta della propria vita, per la salvezza dei suoi popoli, nel costante e fiducioso abbandono alla Beata Vergine Maria. Il Beato Carlo interceda per tutti i bisognosi quando la malattia, lo scoraggiamento, lo sconforto, la solitudine, l’amarezza e le difficoltà della vita mettono a dura prova. Aiutaci, o Padre, a vedere e seguire il suo esempio. Per la sua intercessione ascolta le nostre suppliche ed accogli le nostre preghiere (enunciare la propria intenzione). Concedi i segni necessari affinché ne sia riconosciuta la santità, a gloria del Tuo nome e per il bene della Santa Chiesa. ( Pater, Ave, Gloria ) Amen.
PREGHIERA ALLA MADONNA DI FATIMA
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
O Vergine Santa, Madre di Gesù e Madre nostra, che sei apparsa a Fatima ai tre pastorelli per recare al mondo un messaggio di pace e di salvezza, io mi impegno ad accogliere questo tuo messaggio. Mi consacro oggi al tuo Cuore Immacolato, per appartenere così più perfettamente a Gesù. Aiutami a vivere fedelmente la mia consacrazione con una vita tutta spesa nell’amore di Dio e dei fratelli, sull’esempio della tua vita. In particolare Ti offro le preghiere, le azioni, i sacrifici della giornata, in riparazione dei peccati miei e degli altri, con l’impegno di compiere il mio dovere quotidiano secondo la volontà del Signore. Ti prometto di recitare ogni giorno il Santo Rosario, contemplando i misteri della vita di Gesù, intrecciati ai misteri della tua vita. Voglio vivere sempre da vero figlio tuo e cooperare perchè tutti Ti conoscano e amino come Madre di Gesù, vero Dio e unico nostro Salvatore.
NEWSLETTER LUGLIO 2022 CENTENARIO DEL PIO TRANSITO DEL BEATO CARLO MESE DEDICATO AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU’
Consacrazione al Preziosissimo Sangue di Cristo
Signore Gesù che ci ami e ci hai liberati dai nostri peccati con il Tuo Sangue, Ti adoro, Ti benedico e mi consacro a Te con viva fede. Con l’aiuto del tuo Spirito m’impegno a dare di tutta la mia esistenza, animata dalla memoria del Tuo Sangue, un servizio fedele alla volontà di Dio per l’avvento del Tuo Regno. Per il Tuo Sangue versato in remissione dei peccati, purificami da ogni colpa e rinnovami nel cuore, perché risplenda sempre più in me l’immagine dell’uomo nuovo creato secondo giustizia e santità. Per il Tuo Sangue, segno di riconciliazione con Dio tra gli uomini, rendimi docile strumento di comunione fraterna. Per la potenza del Tuo Sangue, prova suprema della Tua carità, dammi il coraggio di amare Te e i fratelli fino al dono della vita. O Gesù Redentore, aiutami a portare quotidianamente la croce, perché la mia goccia di sangue, unita al Tuo, giovi alla redenzione del mondo. O Sangue divino, che vivifichi con la Tua grazia il corpo mistico, rendimi pietra viva della Chiesa. Dammi la passione dell’unità tra i cristiani. Infondimi nel cuore grande zelo per la salvezza del mio prossimo. Suscita nella Chiesa numerose vocazioni missionarie, perché a tutti i popoli sia dato di conoscere, amare e di servire il vero Dio. O Sangue preziosissimo, segno di liberazione e di vita nuova, concedimi di preservare nella fede, nella speranza e nella carità, perché, da Te segnato, possa uscire da questo esilio ed entrare nella terra promessa del Paradiso, per cantarti in eterno la mia lode con tutti i redenti. Amen.
AVVISI
Si ricorda che nel prossimo mese di agosto ricorre l’anniversario del genetliaco del beato Carlo, nato a Persenbeug, 17 agosto 1887. La celebrazione ufficiale si terrà a Brescia presso la parrocchia di Urago d’ Oglio. Ulteriori indicazioni saranno comunicate prossimamente.
INTENZIONI PREGHIERA PER IL MESE DI LUGLIO
Per il papa
Per i responsabili delle nazioni, affinché si impegnino con decisione a porre fine al commercio delle armi e ad una ricerca sincera ed equa della pace tra i popoli.
Perché il rispetto della vita, dono di Dio, sia il valore assoluto e il fondamento della dignità di ogni persona dal primo istante del concepimento all’ultimo di vita naturale.
Per le vocazioni sacerdotali e religiose.
Per la canonizzazione del Beato Carlo
Preghiere per la Canonizzazione del Beato Carlo d’Austria
Dio Padre Onnipotente, attraverso il Beato Carlo hai dato alla tua Chiesa un esempio completo di vita cristiana. La sua vita e tutte le sue scelte e azioni, soprattutto in campo politico e famigliare, sono state sempre fondate sul Vangelo e sull’insegnamento della dottrina cristiana. Il suo amore per Gesù Eucarestia, cresciuto in tempi di grande incertezza, lo ha portato ad unirsi al sacrificio di Cristo attraverso l’offerta della propria vita, per la salvezza dei suoi popoli, nel costante e fiducioso abbandono alla Beata Vergine Maria. Il Beato Carlo interceda per tutti i bisognosi quando la malattia, lo scoraggiamento, lo sconforto, la solitudine, l’amarezza e le difficoltà della vita mettono a dura prova. Aiutaci, o Padre, a vedere e seguire il suo esempio. Per la sua intercessione ascolta le nostre suppliche ed accogli le nostre preghiere (enunciare la propria intenzione). Concedi i segni necessari affinché ne sia riconosciuta la santità, a gloria del Tuo nome e per il bene della Santa Chiesa. ( Pater, Ave, Gloria ). Amen.
PREGHIERA ALLA MADONNA DI FATIMA
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
O Vergine Santa, Madre di Gesù e Madre nostra, che sei apparsa a Fatima ai tre pastorelli per recare al mondo un messaggio di pace e di salvezza, io mi impegno ad accogliere questo tuo messaggio. Mi consacro oggi al tuo Cuore Immacolato, per appartenere così più perfettamente a Gesù. Aiutami a vivere fedelmente la mia consacrazione con una vita tutta spesa nell’amore di Dio e dei fratelli, sull’esempio della tua vita. In particolare Ti offro le preghiere, le azioni, i sacrifici della giornata, in riparazione dei peccati miei e degli altri, con l’impegno di compiere il mio dovere quotidiano secondo la volontà del Signore. Ti prometto di recitare ogni giorno il Santo Rosario, contemplando i misteri della vita di Gesù, intrecciati ai misteri della tua vita. Voglio vivere sempre da vero figlio tuo e cooperare perchè tutti Ti conoscano e amino come Madre di Gesù, vero Dio e unico nostro Salvatore. Amen.
AVVISO Chi desidera prenotare la medaglia commemorativa del centenario lo può fare mettendosi in contatto con i delegati, gli assistenti o direttamente con l’incaricato
Sig. Arturo Bettoni +39 3395310892 – arturobettoni@gmail.com
Per la pace e per le vittime di tutti i conflitti che ancor’oggi insanguinano la terra
Per le vocazioni sacerdotali e religiose
Per la canonizzazione del Beato Carlo
Preghiera del Papa per la pace
Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica! Abbiamo provato tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante speranze seppellite… Ma i nostri sforzi sono stati vani. Ora, Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace, guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra tutto è distrutto!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli, donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che incontriamo sul nostro cammino. Rendici disponibili ad ascoltare il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre tensioni in perdono. Tieni accesa in noi la fiamma della speranza per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. E che dal cuore di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio, guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”, e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen. (Papa Francesco)
Preghiere per la Canonizzazione del Beato Carlo d’Austria
Dio Padre Onnipotente, attraverso il Beato Carlo hai dato alla tua Chiesa un esempio completo di vita cristiana. La sua vita e tutte le sue scelte e azioni, soprattutto in campo politico e famigliare, sono state sempre fondate sul Vangelo e sull’insegnamento della dottrina cristiana. Il suo amore per Gesù Eucarestia, cresciuto in tempi di grande incertezza, lo ha portato ad unirsi al sacrificio di Cristo attraverso l’offerta della propria vita, per la salvezza dei suoi popoli, nel costante e fiducioso abbandono alla Beata Vergine Maria. Il Beato Carlo interceda per tutti i bisognosi quando la malattia, lo scoraggiamento, lo sconforto, la solitudine, l’amarezza e le difficoltà della vita mettono a dura prova. Aiutaci, o Padre, a vedere e seguire il suo esempio. Per la sua intercessione ascolta le nostre suppliche ed accogli le nostre preghiere (enunciare la propria intenzione). Concedi i segni necessari affinché ne sia riconosciuta la santità, a gloria del Tuo nome e per il bene della Santa Chiesa. ( Pater, Ave, Gloria ) Amen.
PREGHIERA ALLA MADONNA DI FATIMA
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen O Vergine Santa, Madre di Gesù e Madre nostra, che sei apparsa a Fatima ai tre pastorelli per recare al mondo un messaggio di pace e di salvezza, io mi impegno ad accogliere questo tuo messaggio. Mi consacro oggi al tuo Cuore Immacolato, per appartenere così più perfettamente a Gesù. Aiutami a vivere fedelmente la mia consacrazione con una vita tutta spesa nell’amore di Dio e dei fratelli, sull’esempio della tua vita. In particolare Ti offro le preghiere, le azioni, i sacrifici della giornata, in riparazione dei peccati miei e degli altri, con l’impegno di compiere il mio dovere quotidiano secondo la volontà del Signore. Ti prometto di recitare ogni giorno il Santo Rosario, contemplando i misteri della vita di Gesù, intrecciati ai misteri della tua vita. Voglio vivere sempre da vero figlio tuo e cooperare perchè tutti Ti conoscano e amino come Madre di Gesù, vero Dio e unico nostro Salvatore. Amen.
Programma per il centenario
AVVISO
Chi desidera prenotare la medaglia commemorativa del centenario lo può fare mettendosi in contatto con i delegati, gli assistenti o direttamente con l’incaricato Sig. Arturo Bettoni Tel. 0039 3395310892 e-mail: arturobettoni@gmail.com
a cura del Prof. Ivo Musajo Somma – Riportiamo sul nostro sito (con l’autorizzazione dell’autore) l’interessantissimo articolo pubblicato su ilsussidiario.net
Carlo d’Asburgo avrebbe governato l’impero per soli 2 anni. Fu l’unico monarca a seguire l’invito di papa Benedetto XV contro “l’inutile strage”
Carlo d’Asburgo (1887-1922) in Tirolo
Pochi eventi nella storia ebbero conseguenze tanto gravi ed estese quanto i due colpi di pistola esplosi a Sarajevo il 28 giugno 1914 da Gavrilo Princip, studente ultranazionalista serbo la cui mano era stata armata da ambienti che godevano di sostegni solidi e ramificati all’interno del governo e delle forze armate del regno di Serbia. La morte dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria-Ungheria, e della consorte Sofia segna un punto senza ritorno nella storia europea, al punto che c’è chi, a ragione, ha parlato di “apocalisse della modernità” per descrivere gli anni sanguinosi che stavano per iniziare. Dalla Grande guerra il vecchio continente non si sarebbe mai più veramente ripreso e il secondo conflitto mondiale avrebbe rappresentato per tanti aspetti una continuazione del primo: al concetto di finis Austriae si affianca perciò quello di finis Europae.
Il nostro Paese, contrario all’entrata in guerra sia nel suo corpo sociale sia nelle sue rappresentanze parlamentari, dopo un anno di neutralità fu trascinato nel conflitto da una minoranza interventista appoggiata dal governo con modalità che lasciarono esterrefatti gli ambasciatori italiani a Vienna e a Berlino. Nel maggio 1915 l’ambasciatore italiano a Vienna, il duca Giuseppe Avarna di Gualtieri, pieno di sconforto, scriveva al suo collega a Berlino Riccardo Bollati a proposito del comportamento del ministro degli Esteri italiano Sidney Sonnino: “Nella mia lunga carriera non ho mai visto condurre la nostra politica estera in modo così bestiale e così poco leale”. Diffusi nella borghesia liberale nazionalista, i sentimenti interventisti erano però non meno condivisi da chi, a sinistra, teorizzava l’interventismo democratico; per costoro la guerra avrebbe portato finalmente allo stravolgimento del vecchio ordine politico e sociale, alla rivoluzione proletaria e alla nascita dell’uomo nuovo. La storia a volte sa essere crudele, sarcastica o anche paradossale, come in questo caso: la guerra portò effettivamente, a pochi anni dalla vittoria, un terremoto politico e istituzionale in Italia, ma con l’avvento al potere del fascismo.
Nel 1922, l’anno che avrebbe visto la marcia su Roma, all’inizio del mese di aprile moriva in esilio in una remota isola dell’Atlantico, Madera, l’ultimo imperatore d’Austria e re d’Ungheria, Carlo d’Asburgo, che nel 1916 aveva raccolto la difficile eredità di Francesco Giuseppe proprio in seguito all’assassinio dello zio Francesco Ferdinando. Nato nel 1887, il giovane imperatore non aveva ancora trent’anni quando prendeva la guida dell’antica monarchia asburgica, erede del Sacro Romano Impero, in un momento drammatico quanto altri mai: si era già messo in luce come un comandante militare avveduto, attento ad alleviare le pene dei suoi soldati e avverso a quei generali che ne sacrificavano la vita in assalti avventati e improduttivi. Erano noti a tutti la sua fede, la sua bontà d’animo e l’affetto profondo che lo legava alla moglie, Zita di Borbone-Parma, con la quale si era sposato nel 1911, in tempi felici che sembravano ormai trascorsi da un secolo.
Al momento di salire al trono, Carlo I d’Austria e IV d’Ungheria aveva idee precise che dovevano segnare la rotta dei suoi due brevi e travagliati anni di regno. L’idea che la monarchia asburgica fosse un corpo fatiscente e sclerotizzato, con l’inizio del Novecento fatalmente condannato a scomparire, è un pregiudizio di cui la storiografia più recente ha fatto giustizia. Come ha scritto Christopher Clark (nel suo noto volume I sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla Grande guerra), lungi dal presentarsi come un apparato repressivo, la duplice monarchia tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo aveva mostrato di saper produrre un sistema di garanzie a favore delle sue molte nazionalità all’interno di un quadro condiviso; essa era “una entità viva e vitale che suscitava un forte senso di appartenenza, un mediatore fra interessi sociali, economici e culturali di varia natura. […] la maggior parte degli abitanti dell’Impero associava l’immagine dello Stato asburgico ai vantaggi di un governo ben regolato: istruzione pubblica, attività assistenziali, servizi, legalità e mantenimento di sofisticate infrastrutture. Queste caratteristiche del governo asburgico occupavano un posto fondamentale nella memoria che venne conservata di quei tempi dopo l’estinzione della monarchia”. Con tutto ciò, gravi problemi interni non mancavano e ora la loro soluzione era resa quanto mai ardua dal conflitto in corso, una guerra totale che non aveva precedenti e prosciugava le risorse umane e materiali dei popoli europei.
Due furono gli obiettivi che il nuovo sovrano cercò con tutte le sue forze di conseguire: la fine della guerra attraverso il raggiungimento di una pace negoziata e una riforma interna in senso compiutamente federale dell’antica monarchia asburgica. Nel perseguirli Carlo d’Asburgo si spese senza risparmio, con una tenacia e una determinazione che fanno apparire niente più che una calunnia l’odioso cliché del sovrano impreparato e debole: a differenza dell’imperatore di Germania Guglielmo II, nel corso della guerra in pratica costretto a subire i diktat dei suoi stessi alti comandi militari, l’imperatore d’Austria dimostrò di non fermarsi davanti a nulla e a nessuno. Si può ben dire che sia stato l’unico capo di Stato di quegli anni ad accogliere con animo sincero l’esortazione del papa a porre fine all’inutile strage. Alla luce di quanto sarebbe accaduto di lì a poco, acquistano una sfumatura profetica le parole che nel settembre del 1917 l’imperatore Carlo scriveva a Benedetto XV – in risposta alla Lettera ai capi dei popoli belligeranti del papa, dell’agosto precedente – riaffermando la sua volontà di raggiungere una pace equa, duratura e onorevole; una pace che, soprattutto, potesse liberare i popoli dall’astio e dal desiderio di vendetta e mettere le generazioni future al sicuro da nuove guerre. Purtroppo, nessuno si rivelò disposto a dare all’Europa quella pace che avrebbe potuto salvarla da una nuova tragedia solo vent’anni dopo.
La vecchia Austria fu cancellata dalla carta geografica, e anni più tardi perfino Winston Churchill riconobbe che da parte delle forze dell’Intesa si era trattato di una scelta suicida. La pace come fu voluta dai vincitori della Grande guerra condusse l’Europa nel baratro del secondo conflitto mondiale. L’imperatore Carlo, senza avere mai abdicato, dopo un breve esilio in Svizzera e due sfortunati tentativi di restaurare la monarchia legittima almeno in Ungheria, finì i suoi giorni, giovanissimo, in un luogo remoto. La Chiesa l’ha beatificato nel 2004 come modello di capo di Stato cristiano, oltre che come padre e marito esemplare.
Nel febbraio 1919, poco prima di lasciare per sempre l’Austria e abbandonare come un proscritto la terra da secoli legata alla sua dinastia, scriveva al papa: “Nelle prove che la divina provvidenza mi ha inviato, ho conservato la consapevolezza di aver sempre fatto il mio dovere e di non aver mai cercato in ogni cosa altro che il bene dei miei sudditi, insieme alla maggior gloria di Dio e al trionfo della nostra santa madre Chiesa. La mia attuale situazione è estremamente difficile, ma non perdo coraggio e ho soprattutto fiducia che il Sacro Cuore di Gesù non abbandonerà questo Paese che a Lui è consacrato. Questo è il pensiero che rafforza me e l’imperatrice”.
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