Ferrara – marzo 2020

Articolo per il settimanale diocesano «La Voce di Ferrara».
La delegazione ferrarese della Gebetsliga (Unione di Preghiera Beato Carlo per la Pace e la Fratellanza tra i Popoli), riflettendo sulla vita del B. Carlo d’Asburgo-Este, ha cercato qualche legame con la vicenda umana e cristiana del Beato, per trovare ancora una volta nell’esperienza dei santi una traccia percorribile anche nelle attuali difficoltà. Come un amico il beato Carlo può essere sentito partecipe — nella comunione dei santi — della nostra tribolazione: essendovi coincidenze nella storia della quotidianità sua e nostra e virtù da lui coltivate che possono essere imitate.
Innanzitutto vi sono coincidenze nella malattia: lui si ammala di polmonite, facilitata dal clima umido e non curata, sia per l’oggettiva povertà che non gli consentiva di acquistare le medicine, sia per la limitata efficacia di quel poco che c’era a disposizione (era il 1922). Un po’ come oggi: ancora non abbiamo una cura per il COVID-19 e manchiamo anche dei supporti che potrebbero aiutare. Poi vi sono coincidenze nella solitudine, quasi una caratteristica di questa infezione. Carlo fu in esilio sull’isoletta di Madeira, con la moglie e figli, di cui il maggiore aveva dieci anni e l’ottava nascerà due mesi dopo la sua morte. Qui venne sepolto e neppure oggi è ricongiunto con i suoi familiari. Così, anche tanti nostri cari, oggi, sono isolati; spesso poi chi muore non ha vicino nessuno e il pietoso ufficio della sepoltura — un’opera di misericordia corporale prima ancora che una misura igienica — viene svolto lontano dai propri cari. Condividiamo infine con il beato Carlo l’angoscia di non poter provvedere al proprio compito: quanti di noi hanno interrotto il proprio lavoro! Persino i contadini, nei campi, oggi stentano a provvedere alle incombenze proprie della stagione. Ma il suo esempio ci sorregge, se ne meditiamo le virtù, davanti a queste difficoltà.
Considerando gli eventi difficili della sua breve vita, della malattia e della sua prematura morte il beato Carlo richiama potentemente alle nostre menti e ai nostri cuori la virtù cristiana della Speranza, insegnandoci a leggere con Fede ogni difficoltà del quotidiano e spronandoci ad offrire il concreto vissuto al Buon Dio con generosa Carità. Solo in questa logica — estrinsecata a chi gli faceva notare i ripetuti difficili momenti — riusciamo a comprendere la sua pazienza e mitezza, che non lo fecero mai imprecare per il suo destino, ma anzi rispondere a più riprese: «dobbiamo ringraziare Dio, giacché le sue vie non sono le nostre vie»; oppure: «tutta la mia aspirazione è sempre stata quella di conoscere il più chiaramente possibile, in ogni cosa, la volontà di Dio, e di eseguirla nella maniera più perfetta»; oppure: «sono esattamente dove Dio mi vuole»; e infine, sul letto di morte: «Gesù, io confido in Te. Gesù, in Te vivo, in Te muoio. Gesù io sono tuo, nella vita e nella morte. Tutto come vuoi Tu».
Non tanto la frase «#andrà tutto bene» di questi giorni, che potrebbe — in alcuni casi — esser detta in modo un po’ stonato ed emotivo, bensì la Fede certa nelle promesse del Signore Risorto e nella Sua Provvidenza che si nasconde dietro l’esperienza della Croce, sapendo — come afferma l’Apostolo — che «tutto concorre al bene di coloro che amano Dio»! Quella Speranza che non annulla le difficoltà e non le misconosce, ma che le “rilegge” e contando sull’aiuto della misericordia divina e nella certezza di un Amore più grande di noi.
Nel Triduo di lunedì 30, martedì 31 marzo e mercoledì 1 aprile — data della nascita al Cielo del B. Carlo — in comunione di preghiera con le monache benedettine del Monastero Sant’Antonio in Polesine, essendo esse le custodi delle reliquie dei «Santi della Casa d’Este», potremo chiedergli proprio questo: che abbia compassione delle nostre difficoltà che tanto assomigliano alle sue e che ci aiuti ad affrontarle con la stessa Fede, Speranza e Carità che lo hanno reso nostro modello e intercessore.


Gebetsliga
Unione di Preghiera Beato Carlo
per la Pace e la Fratellanza tra i Popoli

Delegazione di Ferrara