10 APRILE 2016 INAUGURAZIONE DELLA GEBETSLIGA DI VARESE E ARRIVO DELLA RELIQUIA DEL BEATO CARLO

Carlo e Zita Quest’anno Varese ricorda il duecentesimo anniversario della sua elevazione al rango di città per opera di Ferdinando I d’Asburgo.

Se Varese è divenuta la culla della così detta  “civiltà di villa”, punteggiata da parchi e storiche dimore tanto da essere definita da Stendhal la “Versailles di Milano”, lo deve anche all’Imperiale Regio Governo della Casa d’Austria.

Due secoli dopo la città rende omaggio agli Asburgo con diversi appuntamenti culturali e con la mostra “Austria felix” sotto i portici di Palazzo Estense.

In questo contesto particolarmente significativo è stato l’arrivo in città di una reliquia del Beato Carlo d’Asburgo collocata nella Cappella del Crocifisso della Chiesa di Santo Stefano nel borgo di Velate posto ai piedi della secentesca Via Sacra di  Santa Maria del Monte, bene dell’Unesco.

A quasi cento anni dalla morte dell’Imperatore Francesco Giuseppe (21 novembre 1916) e della conseguente intronizzazione di Carlo I, questo appuntamento ci ha aiutato a riflettere – grazie anche alla conferenza del dott. Ivo Musajo Somma – su quella stagione tanto strettamente connessa alla Storia d’Italia; pagina segnata dal sangue della Grande Guerra, ma anche dalle virtù eroiche di un personaggio fuori dagli schemi come fu appunto il giovane Imperatore Carlo, beatificato il 30 ottobre 2004 da papa Giovanni Paolo II.

Le celebrazioni del 10 aprile sono iniziate a fine mattinata nella Chiesa di Santo Stefano con la Santa Messa solenne concelebrata da otto sacerdoti.

Tra essi Mons. Arnaldo Morandi delegato nazionale della Gebetsliga e vice postulatore per la canonizzazione del Beato Carlo, Mons. Luca Bressan, Vicario Episcopale per la Cultura e la Caritas della Diocesi di Milano, Mons. Leo von Maasburg direttore delle opere missionarie pontificie in Austria, don Mauro Barlassina decano della città di Varese.viadellapace1

Ha presieduto la celebrazione don Adriano Sandri che accompagna la Gebetsliga di Varese e che ha vissuto questa giornata come il dono più prezioso per il suo 50° di Ordinazione sacerdotale.

Al termine della Santa Messa l’Arciduca Martino d’Asburgo , la consorte Principessa Katharina e i loro quattro bimbi hanno portato in processione la reliquia del Beato Carlo nella cappella del Crocifisso.

Questa cappella era stata rinnovata e arricchita quasi un secolo fa dall’antica famiglia Giulini quale ringraziamento al termine della Prima Guerra Mondiale.

La seconda parte delle celebrazioni si è svolta nella solenne cornice di Villa Cagnola di Gazzada (Va) grande proprietà che il Vaticano ha affidato ai Vescovi della Lombardia e che è sede di convegni internazionali su temi religiosi.

Il pranzo, al quale hanno partecipato un centinaio di invitati, è stato allietato dalla presenza dell’Arciduca Martino e dai sacerdoti concelebranti e accompagnato da un quartetto d’archi.

Nel pomeriggio  nella cappella della Villa – dedicata ai Santi Protettori d’Europa – ci si è ritrovati per un secondo momento di preghiera con la presenza di S.E. Mons.Giovanni Giudici, Vescovo emerito di Pavia.

Particolare commozione quando dues1 attori teatrali hanno letto i dialoghi intercorsi tra l’Imperatore morente e Zita, dialoghi stenografati da una persona amica che morirà nei campi di sterminio nazisti.

A conclusione della giornata l’attesa conferenza dello storico dott. Ivo Musajo Somma sul tema:

“Carlo e Zita: gli ultimi sovrani d’Austria tra impegno politico  e testimonianza cristiana”. s3

Un ringraziamento particolare all’Arch. Giuliano Tognella per la progettazione della teca che contiene il reliquiario e alla Prof. Sabina Capraro dell’Accademia di Brera che ha dipinto e donato il ritratto di Carlo e Zita posto nella cappella.